sabato 6 aprile 2013

La Scopata galattica, Jacopo Fo

Per fare funzionare il punto G c'è una cosa importante da capire. Innanzitutto esso non è un bottone automatico.
Ho letto un manuale di una grande sessuologa americana che dice: «Ho provato a schiacciare il punto G ma non è accaduto niente e allora, secondo me il punto G non esiste.»
Gli americani credono che il punto G sia come il tasto della lavatrice: tu schiacci, vai via, lei ha trenta orgasmi, poi torni dopo una mezz'ora e le chiedi: «Cara,ti è piaciuto? Sì? Allora ti spengo!» Click.

Non è così! Innanzitutto il punto G non è in superficie, è un' area aderente all' osso pubico.
È un tessuto erettile, proprio come quello della clitoride. Se viene sollecitato si gonfia.
Bisogna però praticare un minimo di pressione. Senza esagerare sennò rompete tutto...

Poi c'è un'altra questione. Se una ragazza ha un punto G che non usa da venti, trenta o quarant'anni, lui è addormentato,
INCARTAPECORITO.
Non è che uno gli fa tic e lui si accende come un flipper! Bisogna confortarlo.
Dirgli:«Scusa, ci siamo dimenticati di te, povero piccolo...
Non l'abbiamo fatto apposta.
C'è una ragione storica. Non ci hanno detto che esistevi! Poverino!»

Ci vogliono delle coccole, delle carezze, insomma, un po' di respirazione bocca a bocca, di massaggio cardiaco. Un minimo di investimento energetico iniziale è indispensabile. Quando poi parte non si ferma più!
AVRAI DEGLI ORGASMI MULTIPLI
A PIU ' PIANI
TRASVERSALI.

Vedrai che vale la pena di investire qualche minuto della vostra vita nella resurrezione de lpunto G.

Tratto dal libro La Scopata galattica di Jacopo Fo
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